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Con la Dermoriflessologia® abbiamo uno strumento potentissimo che possiamo utilizzare a nostro piacimento per entrare nelle pieghe dell’Anima per ampliare il senso delle nostre vite. La mappa cutanea è veramente un “tesoro nascosto” che sta a noi scoprire studiando, leggendo, praticando e soprattutto usando il nostro istinto profondo di ricercatori, smettendo di osservare semplicemente le regole, andando oltre, riscoprendo la potenza della natura, della psiche, per vedere che davvero tutto l’universo è racchiuso in una goccia d’acqua.

Beethoven diceva: “non v’è regola che non si possa infrangere in favore del meglio”.

Spesso come operatori abbiamo paura, pensiamo che il trattamento possa nuocere alla persona se condotto in modo troppo “spinto”, se mira a tirare fuori dalla persona emozioni che lei stessa non vede, pensiamo sempre alla “crisi” come a un male, a qualcosa che genererà sofferenza. Quello che in realtà stiamo pensando è che noi abbiamo paura della crisi, che noi avremmo bisogno di una crisi, che noi dovremmo considerare l’idea che non temiamo nient’altro che ciò che è in noi.

Superare questo ostacolo, distruggere questa diga, ha significato per me osservare l’essere umano nella sua totalità e scoprirmi ad “usare” le sue stesse emozioni per dirgli: tu sei così. Vuoi cambiare? Prima guardati.

Ma cosa intendo per “usare” le sue stesse emozioni? Intendo stimolare la pelle.

Per via della ormai famosa “triplice corrispondenza” sappiamo che la pelle può leggere e trasmettere messaggi all’inconscio, ai corpi sottili dell’essere umano e che il trattamento base in Dermoriflessologia® consiste nel riequilibrare le emozioni “discordanti” usando i “bilanciamenti”, lavorando cioè per riequilibrare questi sentimenti e portare così la persona ad un nuovo benessere.

Ma cosa succede se rompiamo le regole e usiamo le emozioni non solo in riequilibrio, ma cercando scientemente di fare emergere un’emozione così definita “negativa”?

In fondo lo scopo del prendere coscienza è vedere la nostra ombra. Osservare le nostre paure.

Due casi realmente accaduti di utilizzo della corrispondenza cutanea per lasciare emergere i nostri fantasmi.

Esempio 1:

Giuseppe (nome di fantasia per tutelare la privacy). Giuseppe è una persona mite, buona, non si arrabbia mai, si fa carico del peso della vita propria, della moglie, dei genitori. Difficilmente entra in conflitto, preferisce “metterci di suo”. Giuseppe ha lavorato con suo padre, prima di aprire un’azienda sua. Dopo un colloquio approfondito, Giuseppe mi confida che ci sono stati diversi episodi legati al rapporto col padre che non ha digerito a cui ha dovuto inchinarsi senza realmente volerlo. E infatti Giuseppe somatizza nelle ginocchia che, da tempo, gli danno molti problemi. Tuttavia, per una serie di motivi (educazione ricevuta, tendenza naturale, ecc.)  non si permette di esprimere le emozioni negative che dovrebbero sorgere spontanee in lui.

Stimoliamo la placca del padre + la linea dell’odio.

Se apparentemente questo approccio può sembrare sbagliato, a me, che ho totale fiducia nelle risorse delle persone e nella capacità dell’Anima di scegliere cosa è meglio, sembra una via percorribile che darà molti risultati.

Durante la sessione, ho portato Giuseppe a osservare le emozioni negative che congestionava dentro di Sé e a cui non permetteva di fluire per evitare il contraddittorio, rimodulando la sua “esperienza negativa” nei confronti del padre. Non ci sono state crisi, semplicemente è emersa la consapevolezza di un trattenuto, di un disagio mai esperito che andrà a modificare il modo di relazionarsi con il padre, permettendo a Giuseppe una maggiore libertà d’espressione.

Placca del padre + stimolazione linea dell'odio

Placca del padre + stimolazione linea dell’odio

Esempio 2:

Mattia (nome di fantasia per tutelare la privacy). Mattia ha da tempo la sensazione che vi sia qualcosa di negato, di rimosso nella sua infanzia. Lamenta che non ha ricordi della più tenera età, fino a cinque anni e desidera indagare per capire se questo “sentito” sia reale. Stimolo quindi con una spirale di rame la placca della memoria che spinge in superficie i ricordi obnubilati. Mentre carico questa placca per far si che Mattia possa ricordare, gli chiedo di focalizzarsi completamente sulla sensazione di disagio che percepisce quando ripensa a questo qualcosa di “negato”, di “rimosso”.

Con il martelletto inizio a sondare le placche della tenera età: prima il primo anno, poi il secondo, il terzo … giunti al quarto anno d’età, Mattia sente la placca cutanea pizzicare fortemente ed ampliarsi il disagio.

Ecco che la stimolazione della placca della memoria ci ha permesso di sensibilizzare le placche cutanee degli anni, raffinando la ricerca che è stata da manuale. Perfetta.

Iniziamo quindi la sessione mantenendo stimolate entrambe le placche.

Spesso uso la tecnica della “timeline” quando lavoro in regressione con il tempo. Quindi chiedo a Mattia di focalizzare una ipotetica linea del tempo e di dirmi gentilmente dove si trovano il passato e il futuro. Una volta stabilito questo criterio di misurazione, accompagno Mattia indietro nel tempo fino a quando aveva quattro anni.

Non appena entriamo in questo spazio tempo, Mattia si rende conto che quando aveva quattro anni, suo padre partì dal suo paese natale per andare a cercare casa e lavoro e seppur questo distacco è durato poco più di sei mesi, per Mattia è stato un vero e proprio abbandono di cui poi aveva perso memoria. Messo di fronte all’evidenza, ritrova le emozioni dolorose di questo distacco che aveva sempre percepito ma di cui non conservava alcuna memoria cosciente. Ovviamente durante la sessione va in crisi, ma è necessario che noi impariamo a vivere le crisi come momenti beatifici, di riappacificazione con un passato che finalmente ha smesso di tormentarci. Mattia vede sé stesso come un bambino di quattro anni abbandonato. Facendomi aiutare da Logosintesi®, porto Mattia a sciogliere questa immagine congelata di Sé, riportando la consapevolezza nel presente.

Placca del 4° anno + stimolazione linea della memoria

Placca del 4° anno + stimolazione linea della memoria

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Ecco due esempi in cui possiamo sperimentare con la Dermoriflessologia®, in cui possiamo spingerci in territori delicati dell’Anima, facendo leva sulle emozioni che consideriamo “difficili”, accorgendoci che questa “difficoltà” è solo dentro di noi e che come esseri umani e operatori della relazione d’aiuto siamo chiamati a superare poiché, più siamo consapevoli che tutto è flusso ininterrotto, più sarà semplice interagire con esso.