Dermoriflessologia Avi: agire sulle emozioni
L’albero genealogico in forma di Genogramma, ovvero con un significato metagenealogico (per stare alla definizione di Jodorowsky) è uno strumento capace di liberare diversi blocchi inconsci all’espressione di Sé. Quando lavoriamo in questa direzione, ovvero agendo direttamente sulle emozioni represse nei confronti dei parenti che non sono più accanto a noi, oppure quelli verso cui abbiamo dispute, stiamo in realtà specchiandoci in parti dissociate di noi che andremo ad integrare una volta svolta l’opera di rielaborazione.
Un classico esempio è la sessione che ho svolto poco tempo fa con Erik.
Come sempre, dialogando prima per capire in quale direzione vogliamo andare, scopriamo che nel suo albero c’è del senso di colpa nei confronti dei nonni materni, che non sono più in vita, e verso cui permane questa emozione di disagio, come se Erik avesse voluto aiutarli nel momento del bisogno e non ne fosse stato in grado.
Dermoriflessologia Avi: le placche cutanee
Chiamiamo questa dinamica “Rimorso” ai fini della Dermoriflessologia ®, per poterle attribuire un nome e quindi una placca cutanea.
Il lavoro che faremo oggi quindi prevede la stimolazione di due placche cutanee in associazione:
– la placca cutanea degli Avi
– la placca cutanea del Rimorso
Le associazioni di placche, a mio avviso, sono molto utili se abbiamo cura di indirizzare, come in questo caso, il lavoro verso una specifica direzione e, provando Erik rimorso nei confronti dei nonni, questa associazione pare calzare a pennello.
Deroriflessologia Avi: esempio di sessione
Iniziamo la sessione utilizzando diversi schemi linguistici tipici dell’ipnosi conversazionale Ericksoniana, portando il corpo fisico in uno stato di rilassamento autoindotto, e creando un circolo virtuoso dato dagli stessi feedback propriocettivi di Erik (prima induco l’autorilassamento, poi induco il corpo a percepire quanto è rilassato attraverso la percezione stessa della tensione muscolare – sembra cervellotico, invece è funzionale).
Lo scopo di questa prima parte di sessione è giungere allo stato di “corpo addormentato – mente sveglia” che è un’ottima base di partenza per la coscienza espansa.
In questo modo, portando l’attenzione della persona al momento che abbiamo scelto di indagare, è facile che spontaneamente emergano ricordi non mediati circa la condizione dell’epoca. E infatti è quello che succede.
Nel pensare ai nonni, al fatto che avrebbe voluto assisterli, nel non averlo fatto e per questo provare rimorso, Erik si accorge che in quel remoto periodo della propria vita era triste, infelice, depresso e che quindi materialmente non aveva la capacità di aiutarli come invece oggi avrebbe voluto.
Ricorrendo alla tecniche della Timeline tratta dalla Programmazione Neuro-Linguistica, porto Erik ad incontrare questa parte di Sé, rimasta come congelata anni addietro. Propongo di switchare tra Sé e la parte per comprenderne le reazioni emotive e poi iniziamo a lavorare con le tecniche energetiche per dissolvere le emozioni presenti nello spazio.
Al termine di questa parte del lavoro, ricontattiamo i nonni e verificando che vi sono ancora emozioni congestionate, procediamo con le tecniche energetiche a pulire anche queste memorie.
Come feedback prima di chiudere questa sessione, Erik ci dice di avere acquisito consapevolezza circa la percezione di Sé che ora ha riguardo a quel periodo della propria vita che aveva sempre visto come fatua, leggera, e invece ora si rende conto che stava cercando di scappare da Sé.
Dermoriflessologia Avi: l’albero come specchio delle emozioni
Ecco quindi che la percezione che noi abbiamo del nostro albero genealogico e dei rapporti con esso, spesso nasconde aspetti di noi in forma disarmonica rispetto a tutto ciò che siamo quindi, mentre noi crediamo di non essere all’altezza, di non aver fatto abbastanza, ad un’analisi più approfondita invece, compare chiaramente che aspetti di noi vengono come dimenticati perché carichi di sofferenza.
Come spesso sottolineo, l’elaborazione emozionale dell’Albero genealogico aiuta a ritrovare una profonda connessione con noi stessi perché ritroviamo connessione con le nostre radici e, al pari di un albero, possiamo sempre rifiorire a patto di potare i rami secchi e le radici marce che, in questo caso, equivale a fare un lavoro di questo tipo.
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