Dermoriflessologia – placca super udito
La Dermoriflessologia ®, straordinaria scienza ideata dal medico friulano Giuseppe Calligaris, è come uno scrigno che contiene molti tesori e si dischiude allo studioso che persevera nella sua conoscenza.
Questo è il racconto di una sessione di Dermoriflessologia svolta con una cliente con cui abbiamo costruito un rapporto che va oltre quello di cliente – facilitatore. Ci conosciamo da anni, condividiamo esperienze, siamo amici. Ci concediamo quindi, durante le sedute, moltissime libertà. Siamo intimi e quindi il nostro lavoro è, come dovrebbe essere, non una richiesta d’aiuto, ma una collaborazione alla pari, dove ognuno porta tutto sé stesso.
So che dovrebbe essere sempre così, non sempre è possibile.
Chiameremo questa persona Giulia, per rispettarne la privacy.
In questa sessione, mi ha portato il bisogno di espandere la percezione uditiva, canale che utilizza spesso per entrare in connessione con sé stessa ad un livello profondo e per ricevere messaggi, diciamo “speciali”.
I canali di percezione, secondo la PNL, sono tre: visivo (riceviamo immagini), uditivo (riceviamo suoni), cinestesico (riceviamo sensazioni, che comprendono gli odori e i gusti).
Ognuno di questi tre canali ha una particolare funzione dentro di noi, a seconda di come siamo fatti: può essere un canale d’accesso, di elaborazione, oppure interiore.
Canale d’accesso (Io esterno – funzioni frontali): organizza, direziona l’energia, controlla e discrimina le informazioni, favorisce la concentrazione, la concettualizzazione, l’analisi.
Canale di elaborazione (mente ordinante, funzioni intermedie): smista, traduce, bilancia le istanze e le informazioni.
Canale interiore (Io interiore – funzioni posteriori): deputato alla creatività, alla formazione di modelli, associazioni e collegamenti, ricezione, immagazzinamento.
Giulia utilizza il canale uditivo per entrare in relazione profonda con Sé stessa e questa sua richiesta che mi appare subito giusta, fa emergere in me il ricordo della placca del super-udito.
La placca del super-udito (o del concerto onirico) è una placca che amplifica il riconoscimento di qualsiasi stimolo sonoro. La placca stimola la percezione dell’udito durante il sogno, ma dato che nella seduta di Dermoriflessologia la persona viene portata in uno stato di coscienza meditativa, per frequenza delle onde cerebrali, simile al sonno, ritengo di poter ottenere ottimi risultati. E infatti sarà così. Io, ad esempio, ho utilizzato questa placca su di me per amplificare la percezione della risonanza di Schumann, ovvero la frequenza della terra, udita attraverso un tono binaurale da me creato. Ma questa è un’altra storia.
Iniziamo la stimolazione della placca e guido Giorgia a percepire dapprima i fenomeni fisici correlati all’udito a livello corporeo, per poi spostarmi verso quelli eterici-energetici.
In questa fase della seduta, Giulia inizia a percepire impulsi energetici che dall’orecchio destro vanno verso il sinistro. Questo inequivocabile segnale ci dice che sta trovando una connessione con il piano eterico, ovvero gli aspetti energetici della realtà, chiara premessa per un successivo spostamento verso il piano astrale. E infatti così è.
Appena Giulia scende ancor di più nelle sue profondità ed entra in connessione con la qualità fine dell’udito a livello astrale, iniziano ad emergere memorie della sua infanzia connesse all’udito.
Il primo di questi ricordi è il suono della voce della maestra che le dice “mummia”. A parte la pessima educazione di un’insegnante certo emotivamente analfabeta, notiamo che l’appellativo “mummia” le fu dato per via del suo comportamento: un blocco totale, dovuto alla vergogna, alla paura, che Giulia provò di fronte all’essere al centro dell’attenzione della classe, in procinto di un interrogazione. Questo ricordo, sotto forma della voce della maestra che dice questa parola, è rimasto impresso nelle memorie di Giulia, condizionando il comportamento a livello inconscio.
L’intervento in questi casi è volto a sciogliere questa memoria, o meglio la percezione di questo suono, attraverso l’uso di Logosintesi®, innovativo sistema di cambiamento guidato che usa il “potere” delle parole per sciogliere, in questo caso, memorie disturbanti.
Oggi sappiamo che lo schema comportamentale che s’innesca nei momenti di allerta è di tipo “Fight, Flight or Freeze”, ovvero “Combatti, fuggi o paralizzati” e viene richiamato dall’Amigdala che seleziona le risposte pregresse memorizzate nell’inconscio e che sono sempre “la strategia migliore disponibile per preservare la vita”. “To freeze” ovvero congelarsi, fingersi morti, è un comportamento di difesa usato dagli animali predati per sfuggire ai predatori. Essi si fingono morti per non venire cacciati. Questo meccanismo arcaico è presente anche nell’essere umano.
Con tutta probabilità, Giulia ha quindi già vissuto un altro episodio in cui ha dovuto farsi “mummia” ovvero rimanere ferma, bloccata, congelarsi senza poter reagire se non fingendosi “morta” o dormiente. Le faccio presente che c’è questa possibilità e subito un’altra memoria emerge dall’inconscio di Giulia.
Spesso le memorie formano vere e proprie stratificazioni, esattamente come fanno le rocce sedimentarie. Rimuovere quindi lo strato superiore, permette l’emergere di quello inferiore che prima non era accessibile.
Giulia, durante la seduta, sente delle voci. Giulia dovrebbe dormire nel lettino, ma è sveglia e sente i genitori in un momento di intimità. Cos’altro può fare una bambina piccola se non rimanersene immobile nel lettino e fingere di dormire?
Tra tutti i suoni che ode, Giulia sente predominante la voce del padre che le scatena una forte rabbia. Ancora una volta procediamo a sciogliere questa memoria uditiva finché Giulia non ritrova una condizione di benessere e la conduciamo al termine della seduta.
In questo caso, abbiamo utilizzato la placca del super-udito (ci sono anche quelle della super vista, gusto, olfatto e tatto) per ampliare una percezione profonda che ha permesso il recupero di informazioni normalmente non accessibili.
Potevamo percorrere altre strade? Si, certamente. Avremmo potuto usare la placca dell’inconscio, la linea della memoria, etc.
Tuttavia credo che l’utilizzo della placca del super-udito sia stato in questo caso determinante perché è attraverso questa precisa percezione che i ricordi sono stati registrati nell’inconscio e quindi accedere al canale preferenziale ha permesso di riportare a galla questi stessi ricordi. È certo un elemento da non sottovalutare quando ci approcciamo alla risoluzione dei traumi.
Abbiamo scoperto un utilizzo pratico della placca del super-udito e chissà quanti altri ce ne saranno ancora.