Eccoci alla seconda prospettiva sull’interiorità dell’essere umano che ho deciso di trattare in questa sede, quella utilizzata in psicologia. Affiancherò alla visione esoterica classica, che utilizza la struttura dei corpi sottili per definire l’interiorità dell’Anima, quella psicologica che invece impiega i concetti di conscio ed inconscio. Possiamo fare un paragone di questo tipo: conscio-corpo fisico, subconscio-corpo eterico, inconscio-corpo astrale, superconscio-corpo causale. Senza dubbio ci saranno lacune e molti lembi non coincideranno, ma questo articolo non ha la pretesa di essere esaustivo, solo esplicativo per chi non ha mai sentito parlare ne dei corpi sottili, ne della struttura della mente.
Se vuoi leggere l’articolo relativo alla struttura dei corpi sottili secondo l’esoterismo classico, lo trovi QUI.
Se volessimo attribuire un inizio all’impiego di questi concetti psicologici, sicuramente richiameremmo il lavoro di Sigmund Freud che per primo ha visualizzato la struttura della mente come quella di un iceberg, dove la parte emersa rappresenta il conscio e quella sommersa l’inconscio. La grande disparità tra la parte emersa e quella sommersa, visibile anche a occhio nudo, mi spinge a tornare sul discorso base che da sempre caratterizza ciò che scrivo sul blog: la mente conscia è lenta ma creativa, gestisce circa 40 bits di informazioni al secondo e la maggior parte delle persone lì fuori sono ancora convinte che “debba controllare” una struttura come l’inconscio che è veloce ma abitudinaria e gestisce invece circa 40.000.000 di bits di informazione al secondo e vede, sente, resta in contatto con tutto. Fatti amico l’inconscio e tutto andrà bene. Dissotterra l’ascia di guerra e dichiara aperte le ostilità ed inizieranno i problemi.
La strada per la felicità è più semplice di ciò che appare, ma gli esseri umani sono notoriamente molto cocciuti. Quasi delle teste di c. Comprendi finalmente che i moti dell’Anima provengono dall’inconscio e ti dirigono verso le scelte e le situazioni più utili perché tu possa imparare ciò che è bene per la tua crescita personale. Osservi finalmente la continuità che unisce gli aspetti della tua vita e tira un sospiro di sollievo anche dentro alle situazioni difficili. Ma devi essere consapevole di come funzioni. Vediamolo, allora.
Il conscio
Lo stato conscio corrisponde alla coscienza vigile oggettiva circoscritta alle percezioni che l’essere umano ricava tramite l’impiego dei cinque sensi, quindi permette di conoscere la realtà nello stato di veglia. Il conscio è quella parte della psiche che comprende gli aspetti della vita mentale di cui il soggetto è consapevole. Per ottenere una conoscenza globale di tale concetto dobbiamo considerare come avviene la percezione. Ogni cosa, senza eccezione, ha una frequenza vibratoria e i nostri sensi sono i ricettori principali che fanno scorrere le informazioni verso l’inconscio e il subconscio. In risposta a questi stimoli, nel nostro cervello si crea la realtà che percepiamo. Ma vi sono alcune manifestazioni del mondo materiale che i cinque sensi non sono in grado di cogliere, basti pensare agli ultrasuoni, alle radiazioni elettromagnetiche, ai raggi infrarossi e a quelli ultravioletti. Ciò significa che esiste una fetta di realtà (le cui vibrazioni entrano, comunque, in contatto con noi) della quale non possiamo essere consapevoli. A ciò si aggiunge il fatto che la stessa attenzione è selettiva, quindi in presenza di più stimoli sensoriali finiamo per essere coscienti soltanto di alcuni. Ne consegue che il bagaglio di conoscenze è assai limitato se rapportato al mondo intero. Ciò non di meno le vibrazioni di cui non siamo consapevoli agiscono su di noi influenzando l’umore, i pensieri e la nostra concezione della realtà. Il medesimo principio limitante si estende alla memoria: il ricordo cosciente include una parte ridotta di informazioni se confrontato alla più estesa capacità della memoria inconscia. Per gettare un ponte tra le definizioni della psicologia e quelle teosofiche, antroposofiche e religiose potremmo collocare il conscio a livello fisico, come capacità pensante in grado di conoscere il mondo fenomenico.
Il subconscio
Il subconscio si colloca tra il conscio e l’inconscio. E’ l’esecutore materiale, l’attuatore. Un esecutore molto potente, ma privo della facoltà di ragionamento. Non riflette, ma obbedisce agli ordini che gli giungono dall’inconscio. In sintesi: il conscio percepisce, l’inconscio elabora e reagisce, il subconscio manifesta. Il subconscio, che possiamo affiancare concettualmente al corpo eterico, manifesta nel nostro fisico e nel mondo esterno l’ordine che ha ricevuto, attraverso il controllo che ha sulla realtà vibratoria e sull’energia vitale. Il subconscio funziona in maniera automatica e, a differenza dell’inconscio, non può divenire cosciente (se non indirettamente). Ciò significa che vi si può accedere soltanto per vie traverse, per esempio influenzando il conscio e registrando nell’inconscio messaggi diversi che cambino la sostanza contenuta negli ordini che il subconscio andrà a eseguire. Il subconscio comprende messaggi semplici, direttive precise e immagini. Analogamente all’inconscio, il subconscio, non distingue tra realtà e immaginazione. Dovendo eseguire gli ordini ricevuti, non fa differenza che questi siano conseguenti a una sollecitazione reale o meno. Questo fatto lo possiamo ben vedere nei sogni, all’interno dei quali un episodio spaventoso provoca le medesime reazioni emotive (inconsce) e fisiche (subconscie) che avrebbe provocato se fosse stato vissuto in realtà. Quante volte nel bel mezzo della notte ci siamo svegliati con il cuore che batteva all’impazzata?
L’inconscio
L’inconscio è un aspetto dell’uomo che sta in profondità, esso abbraccia quel complesso di processi psichici che non giunge alla soglia della coscienza. L’inconscio comprende tutto ciò che avviene in noi senza che ce ne rendiamo conto. Buona parte del processo percettivo avviene in maniera automatica e quindi inconscia; le emozioni e le conseguenti reazioni che ne scaturiscono vengono archiviate nella memoria emozionale e nella memoria reattiva, le quali appartengono a procedimenti inconsci. La memoria emozionale immagazzina le sensazioni provate in risposta a un evento vissuto e condizionerà le risposte agli avvenimenti futuri. In altre parole possiamo dire che la memoria emotiva si trasforma in memoria reattiva. Un medesimo avvenimento può avere ripercussioni emotive diverse, perché si innesta su differenti predisposizioni caratteriali, oppure perché è accompagnato da particolari circostanze collaterali. Ciò spiega perché un uomo si comporta diversamente rispetto a un altro pur trovandosi di fronte al medesimo problema: nella sua memoria emozionale (e quindi anche in quella reattiva) sono state registrate differenti associazioni e colorazioni emotive. L’essere umano reagisce prevalentemente in modo automatico agli stimoli che gli si presentano. In maniera analoga pensa, parla e agisce. Nell’inconscio si crea un bagaglio di esperienze, sensazioni ed emozioni che, al ripresentarsi di episodi simili o che si collegano al vissuto nella memoria emozionale, influenza i pensieri, le azioni, le decisioni e il modo di percepire e affrontare gli avvenimenti della vita. Bisogna, però, sapere che l’inconscio non è inaccessibile: l’inconscio può essere risvegliato. Questo significa che, agendo in maniera adeguata, si può rievocare un fatto con tutto il suo corollario e alleggerire la carica emozionale annessa, in modo tale da modificare le informazioni archiviate nella memoria. Il processo può avere luogo anche nei sogni, però occorre conservarne memoria al risveglio. Ma com’è possibile che ciò avvenga? Come può il “semplice” atto di “ricordare” apportare modifiche nell’archiviazione inconscia? Per comprenderlo basti pensare che l’inconscio non sa distinguere tra “vero” e “falso”. Essa registra immagini, suoni, emozioni e sensazioni indistintamente, che si tratti di un fatto realmente accaduto, di un ricordo o della proiezione di aspettative o timori. Come dicevamo: si tratta sempre di eventi psichici dove tutto è vero, in quanto percepito. L’inconscio si associa al piano astrale, delle emozioni, dei sentimenti e dei pensieri, quello dove si elabora la percezione psichica e dove si conservano i ricordi. L’inconscio, come l’astrale, è in stretta relazione con il mondo onirico. E’ proprio in tale dimensione che può manifestarsi liberamente e diventare il protagonista assoluto della scena.
Il superconscio
Il superconscio, la cui collocazione può essere identificata nel corpo causale, è il nostro Sé, la parte spirituale, l’Io, il maestro interiore, la scintilla divina. Sono proprietà del superconscio le intuizioni, le facoltà extrasensoriali, il sapere universale. Si tratta di quella porzione di noi alla quale abbiamo più difficilmente accesso, ma che è anche la più ricca e potente, capace di guidarci verso il compimento del destino e verso l’evoluzione individuale e collettiva. Per sviluppare il superconscio occorrono lavoro, attenzione, equilibrio, consapevolezza, amore. Per contattarlo si possono usare il silenzio, la meditazione, l’attenzione, i sogni. Risvegliarsi alla coscienza di essere una scintilla divina (e ricordarselo) pone al comando della nostra vita proprio questa stessa scintilla divina, ovvero l’Io, il superconscio, in sostituzione di sistemi automatici di funzionamento. Ma questo non è un traguardo così semplice. Senza troppe pretese, però, possiamo iniziare a permettere a noi stessi di scorgere, ascoltare e seguire le indicazioni, inizialmente sporadiche, che giungono dal superconscio (con la sicurezza che aumenteranno) e, così facendo, appurare che molto di ciò che sembra impossibile si può realizzare. Se riusciamo a entrare in contatto con il nostro Spirito, sarà lui a guidarci verso la realizzazione e la libertà. Concludiamo questo capitolo con una definizione del Sé pervenutaci direttamente dagli scritti di Jung: “Il Sé è un’entità sovraordinata dell’io cosciente. Esso abbraccia non solo la psiche cosciente ma anche la psiche inconscia, ed è quindi, per così dire, una personalità che anche noi siamo… Non c’è speranza di raggiungere una consapevolezza anche solo approssimativa del Sé, giacché, per quante siano le cose di cui noi possiamo acquistare coscienza, resterà sempre una quantità indeterminata e indeterminabile di inconscio, che appartiene anch’esso alla totalità del Sé.”
Questo articolo è tratto per massima parte da: Dermoriflessologia® dispense di corso – Flavio Gandini e Samantha Fumagalli®
Se vuoi leggere l’articolo relativo alla struttura dei corpi sottili secondo l’esoterismo classico, lo trovi QUI.
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